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Fitoterapia e Radiestesia

alla ricerca di proprietà dimenticate o sconosciute

 

 

Mi sono chiesto spesso quanto possa essere affidabile la sperimentazione in laboratorio e l’estrazione di un principio attivo da una pianta officinale, senza tenere conto dei sinergismi che esistono fra tutti i suoi costituenti.

Le materie mediche e i repertori fitoterapici riportano tutta una serie di indicazioni terapeutiche per ogni pianta officinale, elogiandone alcune fino a farne dei veri e propri policresti e liquidandone altre con poche parole, poiché poco sperimentate ed usate o perché è stato scoperto un principio attivo che, al di fuori del contesto della pianta stessa, può nuocere alla salute. Esiste anche una tendenza alla ricerca di piante esotiche, nella convinzione che in luoghi lontani si possano trovare rimedi migliori di quelli reperibili fra le piante autoctone; personalmente sono dell’opinione che le piante del proprio ambiente siano le più indicate per la cura dei problemi degli individui e che la ricerca del principio attivo da estrarre sia una strada illusoria alla ricerca della panacea di tutti i mali.

In realtà, come sostengono vari ricercatori, ogni terapia per avere una certa efficacia deve essere adattata all’individuo, valutando il grado di sintonia; in mancanza di ciò si possono incontrare terapie che secondo le indicazioni sono benefiche , ma che in realtà non hanno nessuna efficacia  o che in alcuni casi possono essere dannose; ogni individuo risponde a propri meccanismi che sono unici nel loro funzionamento; l’intuizione e l’esperienza possono essere di aiuto in tal senso, come può esserlo una accurata analisi radiestesia che si prefigga l’obiettivo di valutare la risonanza con l’individuo oggetto di indagine; allora si può scoprire la necessità di utilizzare piante insignificanti o poco usate o addirittura considerate dannose, che invece presentano una elevata attinenza riscontrabile poi all’atto pratico nell’efficacia della terapia proposta.

Le tecniche radiestesiche come strumenti di indagine, possono essere di grande aiuto in questo campo per i più svariati tipi di ricerca: sinergia nelle miscellanee, risonanza con uno o più determinati organi per determinarne il raggio di azione terapeutica, ricerca delle piante più efficaci nell’ambito della stessa specie al fine di ottenere un prodotto ottimale ed altro ancora.

 

"La scelta dei medicamenti non è secondo le virtù note, ma secondo le virtù occulte di essi: quindi l’acqua e il succo di limone può purgare, l’olio di ricino può servire per antiemorragico e così via. Chi prescrive sa quel che fa: l’ammalato con fede o senza fede prende il medicamento e ne ricava sempre un beneficio o la guarigione completa."       (Giuliano Kremmerz – Commentari)